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Metaforum

Quando i bambini assistono alla violenza

17 Marzo 2014 , Scritto da Metaforum Con tag #Violenza, #Violenza assistita, #Minori

Quando i bambini assistono alla violenza

QUANDO I BAMBINI ASSISTONO ALLA VIOLENZA:
LA VIOLENZA ASSISTITA INTRAFAMILIA
RE

"Per violenza assistita intrafamiliare si intende qualsiasi atto di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuta su figura di riferimento o su altre figure significative, adulte o minori; di tale violenza il bambino può fare esperienza direttamente (quando essa avviene nel suo
campo percettivo), indirettamente (quando è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti". (Definizione del CISMAI - Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l'Abuso all'Infanzia, 1999)/

Ne sono vittime tutti coloro che vivono in famiglie dove avvengono maltrattamenti su altri membri della famiglia: ne è vittima quindi uno dei genitori se l'altro compie violenze sui figli o su un altro familiare; i bambini che vivono in situazioni di violenza domestica, quando cioè uno dei genitori (generalmente la madre) subisce violenze da parte dell'altro, o da parte di un nuovo partner, o da un altro membro della famiglia; i bambini che vivono in famiglie dove avvengono maltrattamenti fisici, psicologici, trascuratezza, abusi sessuali ai danni di fratelli, sorelle o altri minori o su qualsiasi altro membro della famiglia.
È violenza assistita quando un bambino assiste a maltrattamenti, sevizie, abbandoni di animali che vivono con la famiglia.

È sconvolgente e traumatizzante per il bambino non solo vedere la violenza, sentire il rumore delle percosse, gli oggetti che si rompono, le voci alterate, gli insulti e le minacce, ma anche sapere che certe cose avvengono, constatarne gli effetti vedendo mobili e oggetti distrutti, venire a conoscenza degli effetti fisici del maltrattamento sul familiare (ematomi, fratture, ricoveri ospedalieri, ferite), percepire la sofferenza, la disperazione, la tristezza, l'angoscia, lo stato di allerta delle vittime.

Le conseguenze sul bambino possono essere molto gravi non solo per gli aspetti appena menzionati, ma anche perché le persone coinvolte sono proprio i genitori, ovvero le figure che in realtà dovrebbero prendersi cura di lui. Assistere alla violenza di un genitore sull'altro crea confusione nel bambino su ciò che significa ed è l'affetto, la violenza, l'intimità, il rispetto, mina il legame di attaccamento tra bambino e genitori, relazione all'interno della quale il piccolo può
sentirsi protetto e sicuro, muoversi con fiducia, soddisfando i suoi bisogni di accudimento e dipendenza, fondamentali per la crescita. I bisogni più profondi di questi bambini sono disattesi, non solo perché spettatori delle violenze, ma anche perché indirettamente deprivati, sia a causa delle condizioni di stress e del precario equilibrio psico - fisico materno, che influenzerà negativamente la relazione madre - bambino, sia a causa delle ricadute del maltrattamento sulle modalità educative e sull'esercizio delle funzioni genitoriali in generale.

Il bambino perde così dei punti di riferimento essenziali: vede le figure di attaccamento da un lato terrorizzate, impotenti e disperate (la madre), dall'altro pericolose e minacciose (il padre).

Numerose ricerche fatte in proposito, hanno evidenziato come questo "stravolgimento" nel legame madre - figlio determinerà nel bambino un tipo di attaccamento disorganizzato". Tale modello relazionale distorto e patologico influenzerà i rapporti affettivi che l'adolescente, e l'adulto poi, instaureranno nel corso della vita.

Transazioni familiari violente educano alla violenza.

I bambini che assistono alle violenze non sono in grado di comprendere la situazione e questo li porta ad equivocare sulle cause degli scontri tra i genitori, attribuendole, molto spesso, al proprio cattivo comportamento. Cercano di trovare da soli delle risposte, arrivando a una propria
elaborazione cognitiva ed emotiva del conflitto.

(da una relazione della dott.ssa Sara Perna)

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